- Coro Lirico Bresciano "G. Verdi"

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Arrigo Boito
(Padova, 4 febbraio, 1842 - Milano, 10 giugno, 1918),
poeta, narratore e compositore italiano, oggi noto soprattutto per i suoi libretti d'opera e per il suo melodramma "Mefistofele".
Dall'età di 12 anni studia violino, pianoforte e composizione al Conservatorio di Milano e, terminati gli studi, con l'amico Franco Faccio si reca a Parigi dove prende contatto con Gioacchino Rossini , per poi visitare la Polonia, la Germania, il Belgio e Inghilterra.
Tornato a Milano, dopo un periodo nel quale si adatta a vari lavori, nel 1862 scrive i versi per l'"Inno delle Nazioni" che successivamente viene musicato da Giuseppe Verdi per l'Esposizione Universale di Londra.
Dopo vari anni di lavoro (interrotto solo per due mesi "guerreschi" nel 1866 nei quali, con Faccio ed Emilio Praga, segue Giuseppe Garibaldi nella sua azione nel Trentino) nel 1868 fa rappresentare alla Scala di Milano la sua opera "Mefistofele" basata sul Faust di Goethe.
Al suo debutto l'opera viene accolta dal pubblico poco benevolmente, tanto da provocare disordini e scontri per il suo supposto "Wagnerismo".
Dopo due rappresentazioni la polizia decide di fare interrompere le esecuzioni. Boito, successivamente, rivede e riduce drasticamente l'opera (la parte di Faust, scritta per un baritono, viene riscritta in chiave tenorile).
La nuova versione, rappresentata nel 1876 al Teatro Comunale di Bologna, ottiene un grande successo e, unica fra le composizioni di Arrigo Boito, entra nel repertorio delle opere ancor oggi rappresentate e registrate con maggiore frequenza.
Negli anni successivi si dedica alla stesura di libretti per altri compositori.
I risultati più notevoli di questo lavoro di Boito riguardano "La Gioconda" per Amilcare Ponchielli (per la quale usa lo pseudonimo Tobia Gorrio, anagramma del suo nome), "Otello" (1883) e "Falstaff" (1893) per Giuseppe Verdi e altri libretti sono "Amleto" per Faccio, la "Falce" per Alfredo Catalani e il rifacimento del testo del "Simon Boccanegra" (1881) di Verdi.
Appartenendo al movimento della Scapigliatura, Boito compone anche poesie, novelle che trattano spesso il tema disperato e romantico del conflitto fra il bene e il male.
Scrive una seconda opera intitolata "Ero e Leandro", ma insoddisfatto la distrugge. Successivamente inizia la composizione di un'opera che lo impegna per anni, il "Nerone".  Nel 1901 Arrigo Boito ne pubblica il testo letterario, senza riuscire a portarla a termine. Pee questo viene ripresa e completata da Arturo Toscanini e Vincenzo Tommasini e rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala il 1 maggio 1924.
Boito ebbe una lunga relazione sentimentale con la famosa attrice Eleonora Duse, più giovane di lui di 15 anni lasciandoci un fitto carteggio pubblicato da Mondadori nel 1979.
Direttore del Conservatorio di Parma dal 1889 al 1897, Arrigo Boito trascorre gli ultimi anni di vita a Milano lavorando alla sua opera incompiuta "Nerone" ed è  sepolto nel Cimitero monumentale di Milano




 
 
 
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