Charles Gounod
(Parigi 1818 - Parigi 1893)
Compositore francese. Intraprese gli studi musicali con il maestro A. Reicha, quindi, conclusi gli studi classici, frequentò il Conservatorio di Parigi, dove approfondì le conoscenze musicali sotto la guida dei maestri Halèvy, Lesueur e Paer. Nel 1839 ottenne il "Prix de Rome" con la cantata Fernande, e fra il 1940 e il 1843 soggiornò a Roma, dove conobbe le opere del Palestrina e dei polifonisti italiani. La loro influenza suscitarono nel compositore mistiche suggestioni, sensibili in una Messa eseguita a Roma nella chiesa di San Luigi dei Francesi, e in un Requiem, che eseguì a Vienna l’anno seguente.Conobbe personalmente Mendelssohn, Schumann e Berlioz, e la loro musica e la loro personalità lo affascinarono, raffinando la sua robusta e prospera vena artistica. Studiò con fervore le loro opere e approfondì su consiglio di Mendelssohn anche lo studio delle musiche di Bach, Mozart - nel 1890 lasciò uno studio sul Don Giovanni di Mozart - e Beethoven. Attratto particolarmente dal dramma musicale, vi si dedicò con appassionata tenacia. Sapho è il suo primo melodramma rappresentato nel 1831. Seguirono La Nonne sanglante (1834), la commedia musicale Le Médecin malgré lui (1838) e nel 1839 il Faust, considerato il suo capolavoro. I drammi composti dopo — e fra questi Mireille (1864) e Roméo et Juliette (1867) — pur rivelando dignità di ispirazione e di stile, furono ben lontani dal raggiungere la genialità del Faust, che, in una misurata effusione di accenti appassionati, esprime una sincera vena poetica, animata da casti sentimenti dell’amore e da una religiosità che ha un tratto affettuoso e toccante.Il linguaggio musicale riecheggia questa misura, questa castità di espressione, offrendosi in un puro e sobrio disegno, in una vocalità e in una melodicità vaghe e preziose. Non si discosta sensibilmente da questi tratti la musica sacra di Gounod che ha come opere maggiori gli oratori Redemption, trilogia sulla passione di Cristo, e Mors et vita, nel quale introdusse salmodie gregoriane, destinate ad accrescere quella lineare delicatezza melodica, che aveva pur caratterizzato una parte non trascurabile della sua musica: le romanze, delle quali giusta fortuna conseguirono Le soir, Le vallon e Sérénade. Lasciò numerose pagine di musica sinfonica e da camera, fra cui le Mèditations sur le premier prelùde de Bach per violino, pianoforte ed organo, nel 1852, ossia la celeberrima "Ave Maria", e scritti autobiografici e saggistici tra i quali l’Autobiographie e Mémoires d’un artiste e Don Juan de Mozart.